ADHD nei bambini: quali sono i segnali e come gestire le difficoltà
- vincenzoghianda8
- 14 dic 2023
- Tempo di lettura: 3 min
Aggiornamento: 17 gen 2024

L'ADHD, acronimo di Disturbo da Deficit di Attenzione e Iperattività, è una condizione neurobiologica che colpisce molte persone, con esordio nell'infanzia. Questo disturbo influisce sulla capacità di concentrazione, controllo degli impulsi e regolazione dell'energia, creando sfide significative nella vita quotidiana.
Sintomi
I bambini con ADHD spesso manifestano una serie di sintomi che riguardano difficoltà di autoregolazione emotiva, tra cui disattenzione, impulsività e /o iperattività. Questi segni possono emergere già nei primi anni di vita e possono persistere nell'adolescenza e oltre. Nello specifico, Secondo il DSM-5, l'ADHD è suddiviso in tre sottotipi principali, ciascuno caratterizzato da specifici sintomi. Di seguito sono riportati i sintomi principali associati a ciascun sottotipo:
1. ADHD, sottotipo Inattenzione:
Difficoltà a prestare attenzione ai dettagli e a commettere errori di distrazione inattenzione nelle attività scolastiche o lavorative.
Difficoltà nell'organizzazione delle attività.
Evitare o mostrare riluttanza nelle attività che richiedono uno sforzo mentale prolungato.
Essere facilmente distratti da stimoli esterni.
Dimenticanza nelle attività quotidiane.
2. ADHD, sottotipo Iperattività-Impulsività:
Agitazione motoria e incapacità di stare fermi in situazioni in cui ci si aspetta di rimanere seduti (ad esempio, a scuola o al lavoro).
Incapacità di giocare o partecipare in modo tranquillo a attività ricreative.
Parlare in modo eccessivo.
Difficoltà nell'attesa del proprio turno e interrompere gli altri senza riflettere.
3. ADHD, tipo Combinato:
Questo sottotipo include sintomi sia di inattenzione che di iperattività-impulsività.
Quando è possibile effettuare una diagnosi di ADHD e come intervenire?
La diagnosi dell'ADHD è solitamente basata su una valutazione approfondita dei sintomi, da parte di uno psicologo/psicoterapeuta e di un neuropsichiatra infantile: possono essere effettuate interviste con genitori e insegnanti, test standardizzati e osservazioni comportamentali. Il trattamento spesso include una combinazione di terapie comportamentali, interventi educativi e, in alcuni casi, farmaci.
Per capire se si ha di fronte un soggetto con ADHD bisogna osservare il contesto in cui si manifestano i sintomi. Di norma le difficoltà si evidenziano in tutti i contesti. Nel caso in cui le problematiche comportamentali compaiano, ad esempio, solo in un ambito è bene analizzare ciò che succede in quel contesto per capire quali difficoltà stia vivendo la persona.
Tutti i bambini/adolescenti possono presentare, in determinate situazioni, uno o più dei comportamenti descritti, ma nell’ADHD tali comportamenti sono:
inadeguati rispetto allo stadio di sviluppo;
a insorgenza precoce (prima dei 7 anni);
pervasivi: espressi in diversi contesti (casa, scuola, gioco);
significativamente interferenti con le attività quotidiane.
Cause e fattori di rischio
Le cause precise dell'ADHD non sono completamente comprese, ma si ritiene che siano il risultato di una combinazione di fattori genetici, ambientali e neurobiologici. L'ereditarietà gioca un ruolo significativo, con una maggiore probabilità di sviluppare l'ADHD se uno o entrambi i genitori ne sono affetti.
Impatto sull'apprendimento e le relazioni sociali
L'ADHD può influire notevolmente sul rendimento scolastico, poiché i bambini possono avere difficoltà a completare i compiti, a seguire le istruzioni e a organizzare il proprio lavoro. Inoltre, le sfide sociali possono emergere a causa della impulsività e della difficoltà a mantenere le relazioni interpersonali.
Il bambino con diagnosi ADHD non riesce ad esercitare l'attenzione in modo intenzionale, vorrebbe prestare attenzione a tutto.
Le capacità esecutive, ovvero quelle abilità essenziali per attivare, inibire o coordinare tutte le azioni volte al conseguimento di un obiettivo, si sviluppano nel corso della crescita, permettendo di regolare autonomamente il comportamento in risposta alle richieste dell'ambiente o alle necessità personali. Queste funzioni esecutive sono strettamente legate all'attenzione e nei soggetti affetti da ADHD queste abilità mostrano un funzionamento limitato, risultando pertanto deficitarie.
Spesso il bambino non ha capacità di instaurare un dialogo interno, ovvero non è capace di dirsi che cosa fare e che cosa non fare (importante la funzione di contenere e delimitare dell'adulto), non ha una memoria di lavoro adeguata (fatica ricordare lo scopo di un compito o di un gioco), fatica a generalizzare le esperienze o le regole (ogni volta va ricordata).
Questi non sono comportamenti intenzionali, volontari o consapevoli.
Supporto familiare e scolastico
La gestione dell'ADHD richiede una collaborazione stretta tra famiglia, scuola e professionisti della salute. L'educazione dei genitori su strategie di gestione comportamentale può essere fondamentale (parent training), così come l'adattamento delle strategie didattiche in classe per soddisfare le esigenze del bambino.
Molto utile essere veloci nelle interazioni con il bambino, evitare di dare troppe regole (poche per volta ma molto chiare), premiare subito il comportamento positivo.
Prospettiva a lungo termine
Mentre l'ADHD può presentare sfide significative, molti bambini imparano a gestire la loro condizione con successo attraverso un supporto adeguato. Il coinvolgimento precoce e la consapevolezza della comunità possono contribuire a creare un ambiente favorevole alla crescita e allo sviluppo di bambini con ADHD.
L'empatia, la comprensione e il sostegno da parte di familiari, insegnanti e professionisti della salute mentale sono fondamentali per aiutare i bambini affetti da ADHD a raggiungere il loro pieno potenziale.
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